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venerdì 6 novembre 2020

Manifestazioni contro la decisione della Corte Costituzione polacca in materia di aborto eugenetico

Giovanni Paolo II: '' La nazione che uccide i propri bambini e' una nazione destinata a morire''

 


 

La maggior parte dei manifestanti che sono scesi in strada nei giorni scorsi per manifestare contro la decisione della Corte Costituzionale (TK) polacca del 22.10.20 in materia di aborto eugenetico scandivano slogan volgari  (usano lo stesso linguaggio o anche peggiore del famoso comico italiano che ha fondato il Movimento 5 Stelle)

 

                                           Manifestazione di Poznań

 

Non tutti i manifestanti si riconoscono negli slogan volgari che vengono usati soprattutto contro Kaczyński e il partito di maggioranza PiS, ma non hanno problemi a partecipare a queste manifestazioni.

Molti di questi manifestanti sono le stesse persone che manifestavano in difesa della Costituzione polacca, che secondo loro era stata violata dal governo di centro-destra.

Adesso che la Costituzione post-comunista del 1997 dovrebbe essere applicata per salvare la vita dei bambini, sono in strada per manifestare la loro arrabbiatura.

Coerenza zero.

Gli intellettuali (e giornalisti) italiani in malafede o ignoranza chiamano questo governo di estrema destra, ultraconservatore, ultracattolico. Se una persona e' cattolica, come fa ad essere ultracattolica !

La Costituzione polacca all'articolo 38 dice chiaramente che ''La Repubblica Polacca garantisce a chiunque la difesa guiridica della vita''

L'opposizione e la sinistra estrema contesta la sentenza della Corte Costituzionale, che con 13 voti favorevoli e 2 soli contrari ha confermato il divieto di aborto eugenetico. La Corte Costituzionale (con giudici non scelti da PiS) gia' in passato si era pronunciata due volte a favore della vita, vietando l'aborto in caso di difficolta' economiche da parte della madre.

L'ex-presidente del TK Zolt (scelto dal governo SLD) in una intervista a TVN (televisione di proprieta' americana e orientamento ultra-progressista) ha affermato che il Difensore dell'Infanzia si occupa della difesa dei bambini dal concepimento fino ai 18 anni.

Il precedente presidente della TK, nominato dal governo PO-PSL Andrej Rzepliński in una intervista a Gazeta Wyborcza (La Repubblica polacca) : ''Non e' importante come vorremmo elegantemente chiamare l'aborto, ma l'aborto e' un omicidio, cosi credo''




Non tutti i manifestanti si riconoscono nel programma di una delle principali organizzatrici, Marta Lampart,  dichiarata lesbica (non si capisce perche' manifesti visto che il problema non la riguarda). 

Le femministe dicono che gli uomini non hanno diritto di parola in materia, invece a quanto pare le lesbiche si possono pronunciare in materia di aborto.

Lampart chiede (come la Sinistra-Lewica) che l'aborto sia reso libero almeno fino alla 12 settimana su richiesta della donna. Altre femministe, come Nowacka vorrebbe l'aborto libero fino al nono mese.

Barbara Nowacka (eletta con KO) aveva presentato nel 2019 un disegno di legge di iniziativa civica che chiedeva la liberalizzazione dell'aborto fino alla nascita. Questa iniziativa di legge e' stata ovviamente bocciata dal parlamento in mano al centro-destra, pero' Kaczynski ha permesso la discussione nel Sejm (diversamente da Tusk che aveva cestinato milioni di firme che chiedevano lo stop alla riforma pensionistica, e l'obbligo per i bambini di iniziare la scuola a 6 anni)

La liberta' della donna dovrebbe finire dove iniziano i diritti del bambino.

Molto donne (quasi tutte) quando scoprono di essere incinte modificano il loro stile di vita: prestano attenzione all'alimentazione, non consumano alcol per  non procurare danni al loro bambino in nome dell'amore per il bambino che portano in grembo.

Altra incoerenza dell'opposizione e' la richiesta al premier Morawiecki di non pubblicare la sentenza della Corte Costituzionale, in questo modo la sentenza non puo' iniziare ad essere applicata salvando cosi i bambini dall'aborto eugenetico.

In passato la premier Szydło, che non aveva pubblicato alcune sentenze della Corte Costituzionale (quando PO-PSL avevano nominato guidici al TK prima della fine della loro cadenza illegalmete) era stata attaccata dall'opposizione e minacciata di essere sottoposta al Tribunale di Stato.

Ma adesso per l'opposizione e' possibile non pubblicare la sentenza del TK.

Coerenza zero.


Al Corona Party di Varsavia di Venerdi 30-10-20, dove hanno partecipato circa 100 mila persone.

Secondo l'Universita' di Varsavia le manifestazioni possono causare circa 5.000 casi nuovi di infenzione al giorno in piu'

Il Giovedi precedente (quindi il 28-10-20) alla manifestazione di Varsavia, secondo la polizia, avevano partecipato allo sciopero delle prostitute in Polonia nelle varie citta' polacche circa 430 mila persone.

Dobbiamo ringraziare Marta Lampart e i manifestanti per l'aumento di infezioni di covid in Polonia negli ultimi giorni (il 5 e 6 Novembre ci sono stati 27 mila positivi al Covid 19)

Qui sotto un video per far capire in quale situazione si trova la civilta' occidentale attuale condizionata dal correttamente politico e influenzata da come pensa la massa : l'ideologia gender, e l'aborto come diritto delle donne, ne sono un esempio.

In Italia la battaglia e' stata persa nel 1978 (con la legge sull'aborto) e con il governo del ''cattolico'' Renzi orgoglioso per la legge riguardante le unione civili.

In Polonia la guerra ideologica e' cominciata, i polacchi devono perseverare e resistere contro la civilta' della morte e dei disvalori.

Contro i polacchi ci sono i poteri forti, le grandi aziende,  Soros, con i polacchi invece la Madonna di Częstochowa.

 


Qui la pagina facebook dell'organizzazione delle abortiste di Varsavia, che vogliono bruciare le Chiese. 

Le abortiste in questi giorni si sono rese partecipi di numerosi atti di vandalismo contro chiese e monumenti riguardanti la storia polacca. Ovviamente nei media italiani nemmeno l'ombra di queste notizie.

Il Primate del Millenio ( ''Prymas Tysiąclecia''), cosi viene chiamato il primate di Polonia nel 1966, l'arcivescovo di Gniezno e Varsavia Stefan Wyszyński (che deve essere proclamato beato) con queste parole profetiche: Jeśli przyjdą niszczyć ten naród, zaczną od Kościoła, bo Kościół jest siłą tego narodu” 

''Se vengono per rovinare, distruggere la Polonia iniziano attacando la Chiesa, perche' la Chiesa e' la forza di questa nazione''

E cosi stanno facendo i sinistri, i comunisti, i post-comunisti in Polonia.

 

 

 









 






giovedì 22 ottobre 2020

Aborto eugenetico vietato per legge in Polonia dopo sentenza della Corte Costituzione 22.10.20

Il patrono di oggi e' SAN GIOVANNI PAOLO II, che il 22.10.1978 inizio' il suo pontificato il vescovo di Cracovia Karol Józef Wojtyła.

Oggi il Tribunale Costituzionale polacco (TK) ha sentenziato il divieto di aborto eugenetico.

L'aborto eugenetico viola la Costituzione Polacca (articolo 38)
''La Repubblica Polacca garantisce a chiunque la difesa guiridica della vita''

L'aborto eugenetico introdotto nella storia dalla Germania nazista di Hitler, che voleva migliorare la razza umana, eliminando i nascituri con imperfezione.

Per imperfezione si intendono bambini che si formano nel grembo della madre con la salute difettosa, oppure incapacità mentale come i bambini con Sindrome di Down. 

Qui sotto i dati  degli aborti eugenitici in Polonia dal 1996 al 2016.

I numeri parlano da soli, un aumento molto significativo negli ultimi anni.

 


 

Rimangono validi solamente due casi di interruzione di gravidanza (come la chiamano i sinistri):

-  a seguito di violenza sessuale 

- pericolo di vita per la madre.

Oggi in Polonia ha vinto la civilta' della vita contro quella della morte.

Grazie ai quei 129 deputati : PiS (117), Konfederacja (11), PSL-Kukiz 15 (1) che hanno l'anno scorso hanno presentato al TK la richiesta di esprimersi riguardo l'aborto eugenetico.

In Italia invece l'abordo eugenetico e' permesso fino alla 24 settimana, mentre per il bambino sano fino alla 12 settimana.



Nel 15 % degli aborti il bambino non muore subito, e non possono dare antidolorifici al bambino che non e' in grado di prenderli (non essendo abbastanza sviluppato) e lasciano il bambino morire con grande sofferenza.

Il bambino muore soffocando, lottando per respirare, non avendo ancora polmoni abbastanza cresciuti per respirare da solo.

CRIMINALI.

Qui il video al minuto 40'15''.




 

giovedì 17 settembre 2020

40 ANNI DI SOLIDARNOŚĆ

17 Settembre 1980: data della nascita di Solidarność.

In seguito agli ''Accordi di Agosto'' con la firma il 31 Agosto 1980 da parte di Lech Wałesa, leader storico di Solidarność, nasce il sindacato indipendente dei lavoratori, primo sindacato dei paesi del blocco comunista.

Solidarność ha radici cristiane, ed e' scritto chiaramente nel suo statuto, come ricorda il segretario attuale Piotr Duda.

In seguito alla visita in Polonia del papa polacco Jan Paweł II- Giovanni Paolo II  nell'omelia a Varsavia davanti ad 1 milione di persone il 2 Guigno 1979, aveva invocato l'intervento dello Spirito Santo con le parole "Scenda il Tuo Spirito e rinnovi la Terra, Questa Terra''

Il papa aveva dato il coraggio ai polacchi che fecero nascere poi Solidarność.

In occasione del quarantennale degli Accordi di Agosto Wałesa, collaboratore dei comunisti almeno da 1970 a 1976, aveva sminuito il contributo di Giovanni Paolo II riguardo la caduta dei comunismo.

''Ja, ja, ja, Io , io, io ho fatto cadere il comunismo '' le parole di Wałesa- Bolek. 








venerdì 15 maggio 2020

CENTENARIO NASCITA GIOVANNI PAOLO II: 18 MAGGIO 1920- 18 MAGGIO 2020


Città del Vaticano
4 maggio 2020
Per il centenario della nascita
del Santo Papa Giovanni Paolo II
(18 maggio 2020)

Il 18 maggio si celebrerà il centenario della nascita di Papa Giovanni Paolo II nella piccola città polacca di Wadowice.

La Polonia, divisa e occupata dai tre imperi vicini – Prussia, Russia e Austria –per oltre un secolo, riconquistò l’indipendenza dopo la prima guerra mondiale. 

Fu un evento che suscitò grandi speranze, ma che richiese anche grandi sforzi, visto che lo Stato che si riprendeva sentiva costantemente la pressione di entrambe le potenze – Germania e Russia.
In questa situazione di oppressione, ma soprattutto di speranza, crebbe il giovane Karol Wojtyła, che purtroppo perse molto presto la madre, il fratello e infine il padre, al quale doveva la sua profonda e fervente devozione.
L’attrazione particolare del giovane Karol verso la letteratura ed il teatro, lo portarono dopo la laurea allo studio di queste materie.
“Per evitare di essere deportato in Germania per i lavori forzati, nell’autunno del 1940 iniziò a lavorare come operaio fisico nella cava associata alla fabbrica chimica Solvay” (Cfr. Giovanni Paolo II, Dono e mistero).
“Nell’autunno del 1942, prese la decisione definitiva di entrare nel Seminario di Cracovia, organizzato segretamente dall’arcivescovo di Cracovia Sapieha nella sua residenza.
Già da operaio iniziò a studiare teologia su vecchi libri di testo, per poter essere ordinato sacerdote il 1̊ novembre 1946” (Cfr. Ibid.).
Tuttavia, imparò la teologia non solo dai libri, ma anche traendo utili insegnamenti dal contesto specifico in cui lui ed il suo Paese si trovavano.
Questo sarebbe stato un tratto peculiare che avrebbe contraddistinto tutta la sua vita ed attività. Impara dai libri, ma vive anche di questioni attuali che lo tormentano.
Così, per lui da giovane vescovo – dal 1958 vescovo ausiliare e dal 1964 arcivescovo di Cracovia – il Concilio Vaticano II fu la scuola di tutta la sua vita e del suo lavoro.
Le importanti questioni che emersero, soprattutto quelle relative al cosiddetto Schema XIII – la successiva Costituzione Gaudium et Spes – furono le sue domande personali.
Le risposte elaborate al Concilio mostrarono l’indirizzo che avrebbe dato al suo lavoro prima da vescovo e poi da Papa.

Quando il 16 ottobre 1978 il cardinale Wojtyła fu eletto Successore di Pietro, la Chiesa si trovava in una situazione drammatica. 

Le deliberazioni del Concilio furono presentate in pubblico come una disputa sulla fede stessa, che sembrava così priva del suo carattere di certezza infallibile e inviolabile.
Per esempio, un parroco bavarese descrisse questa situazione con le seguenti parole: “Alla fine siamo caduti in una fede sbagliata”.
Questa sensazione che nulla fosse certo più, che tutto potesse essere messo in discussione, fu ulteriormente alimentata dal modo in cui fu condotta la riforma liturgica.
Alla fine sembrava che anche nella liturgia tutto si potesse creare da solo.
Paolo VI condusse il Concilio con vigore e decisione fino alla sua conclusione, dopo la quale affrontò problemi sempre più difficili, che alla fine misero in discussione la Chiesa stessa.
I sociologi dell’epoca paragonavano la situazione della Chiesa a quella dell’Unione Sovietica sotto Gorbaciov, dove nella ricerca delle riforme necessarie l’intera potente immagine dello Stato sovietico alla fine crollò.
Così, dinnanzi al nuovo Papa si presentò di fatto un compito assai arduo da affrontare con le sole capacità umane.
Dapprincipio, però, si rivelò in Giovanni Paolo II la capacità di suscitare una rinnovata ammirazione per Cristo e per la sua Chiesa. 
In principio furono le parole pronunciate per l’inizio del suo pontificato, il suo grido: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!” 
Questo tono caratterizzò tutto il suo pontificato rendendolo un rinnovatore e liberatore della Chiesa. Questo perché il nuovo Papa proveniva da un Paese dove il Concilio era stato accolto in modo positivo.
Il fattore decisivo non fu quello di dubitare di tutto, ma di rinnovare tutto con gioia.
Nei 104 grandi viaggi pastorali che condussero il Pontefice in tutto il mondo, predicò il Vangelo come una notizia gioiosa, spiegando così anche il dovere di ricevere il bene e il Cristo.
In 14 encicliche presentò in modo nuovo la fede della Chiesa e il suo insegnamento umano. Inevitabilmente, quindi, suscitò opposizione nelle Chiese d’Occidente piene di dubbi.
Oggi mi sembra importante indicare il centro giusto dal quale leggere il messaggio contenuto nei diversi testi, il quale si pose all’attenzione di noi tutti nell’ora della sua morte.
Papa Giovanni Paolo II è morto nelle prime ore della Festa della Divina Misericordia istituita da lui stesso.

Vorrei inizialmente aggiungere qui una piccola nota personale che ci mostra qualcosa di importante per comprendere l’essenza e la condotta di questo Papa.
Fin dall’inizio, Giovanni Paolo II rimase molto colpito dal messaggio della suora di Cracovia Faustina Kowalska, che aveva presentato la misericordia di Dio come il centro essenziale di tutta la fede cristiana e aveva voluto istituire la festa della Divina Misericordia. 

Dopo le consultazioni, il Papa previde per essa la Domenica in albis.
Tuttavia, prima di prendere una decisione definitiva, chiese il parere della Congregazione per la Dottrina della Fede per valutare l’opportunità di tale scelta.
una risposta negativa ritenendo che una data così importante, antica e piena di significato come la Domenica in albis non dovesse essere appesantita da nuove idee.
Per il Santo Padre, accettare il nostro “no” non fu certo facile.
Ma lo fece con tutta umiltà e accettò il nostro secondo “no”.
Infine, formulò una proposta che pur lasciando alla Domenica in albis il suo significato storico, gli permise di introdurre la misericordia di Dio nel suo nella sua accezione originale.
Ci sono stati spesso casi in cui rimasi impressionato dall’umiltà di questo grande Papa, che rinunciò alle sue idee favorite quando non c’era il consenso degli organi ufficiali, il quale – secondo l’ordine classico delle cose – si doveva chiedere.
 
Quando Giovanni Paolo II esalò l’ultimo respiro in questo mondo, si era già dopo i primi Vespri della Festa della Divina Misericordia.
Ciò illuminò l’ora della sua morte: la luce della misericordia di Dio rifulse sulla sua morte come un messaggio di conforto. 
Nel suo ultimo libro, Memoria e identità, apparso quasi alla vigilia della sua morte, il Papa presentò ancora una volta brevemente il messaggio della misericordia divina.
In esso egli fece notare che suor Faustina morì prima degli orrori della seconda guerra mondiale, ma aveva già diffuso la risposta del Signore a questi orrori.  

“Il male non riporta la vittoria definitiva! 

Il mistero pasquale conferma che il bene, in definitiva, è vittorioso; che la vita sconfigge la morte e sull’odio trionfa l’amore”.
 
Tutta la vita del Papa fu incentrata su questo proposito di accettare soggettivamente come suo il centro oggettivo della fede cristiana – l’insegnamento della salvezza – e di consentire agli altri di accettarlo.
Grazie a Cristo risorto, la misericordia di Dio è per tutti. 
Anche se questo centro dell’esistenza cristiana ci è dato solo nella fede, esso ha anche un significato filosofico, perché – dato che la misericordia divina non è un dato di fatto – dobbiamo anche fare i conti con un mondo in cui il contrappeso finale tra il bene e il male non è riconoscibile. In definitiva, al di là di questo significato storico oggettivo, tutti devono sapere che la misericordia di Dio alla fine si rivelerà più forte della nostra debolezza.
Qui dobbiamo trovare l’unità interiore del messaggio di Giovanni Paolo II e le intenzioni fondamentali di Papa Francesco: Contrariamente a quanto talvolta si dice, Giovanni Paolo II non è un rigorista della morale. 
Dimostrando l’importanza essenziale della misericordia divina, egli ci dà l’opportunità di accettare le esigenze morali poste all’uomo, benché non potremo mai soddisfarlo pienamente.
I nostri sforzi morali vengono intrapresi sotto la luce della misericordia di Dio, che si rivela essere una forza che guarisce la nostra debolezza.
Durante il trapasso di Giovanni Paolo II, Piazza San Pietro era piena di persone, soprattutto di giovani, che volevano incontrare il loro Papa per l’ultima volta.
Non dimenticherò mai il momento in cui l’arcivescovo Sandri annunciò la scomparsa del Papa. Soprattutto non scorderò il momento in cui la grande campana di San Pietro rivelò questa notizia.
Il giorno del funerale del Santo Padre si potevano vedere moltissimi striscioni con la scritta “Santo subito”.
Fu un grido che, da tutte le parti, sorse dall’incontro con Giovanni Paolo II.
E non solo in Piazza San Pietro, ma in vari circoli di intellettuali si era discusso sulla possibilità di concedere a Giovanni Paolo II l’appellativo di “Magno”.

La parola “santo” indica la sfera divina, e la parola “magno” indica la dimensione umana.
Secondo i principi della Chiesa, la santità viene valutata sulla base di due criteri: le virtù eroiche e il miracolo.
Questi due criteri sono strettamente collegati tra di loro.
Il concetto di “virtù eroiche” non significa un successo olimpico, ma il fatto che quello che dentro e attraverso una persona è visibile non ha una fonte nell’uomo stesso, ma è ciò che rivela l’azione di Dio dentro e attraverso di lui.
Non si tratta di competizione morale, ma di rinunciare alla propria grandezza.
Si tratta di un uomo che permette a Dio di agire dentro di sé e quindi di rendere visibile attraverso di sé l’azione e la potenza di Dio.
Lo stesso vale per il criterio del miracolo.
Anche qui non si tratta di qualcosa di sensazionale, ma del fatto che la bontà guaritrice di Dio diventa visibile in un modo che supera le capacità umane.
Un santo è un uomo aperto, penetrato da Dio.
Un santo è una persona aperta a Dio, permeata da Dio.
Un santo è uno che non concentra l’attenzione su se stesso, ma ci fa vedere e riconoscere Dio.
Lo scopo dei processi di beatificazione e canonizzazione è proprio quello di esaminarlo secondo le norme della legge.
Per quanto riguarda Giovanni Paolo II, entrambi i processi sono stati eseguiti rigorosamente secondo le regole vincolanti.
Così ora egli si presenta davanti a noi come un padre che ci mostra la misericordia e la bontà di Dio.

È più difficile definire correttamente il termine “magno”.
Durante i quasi duemila anni di storia del papato, l’appellativo “Magno” è stato adottato solo con riferimento a due papi: a Leone I (440-461) e a Gregorio I (590-604).
La parola “magno” ha un’impronta politica presso entrambi, ma nel senso che, attraverso i successi politici, si rivela qualcosa del mistero di Dio stesso. Leone Magno, in una conversazione con il capo degli unni Attila, lo convinse a risparmiare Roma, la città degli apostoli Pietro e Paolo.
Senza armi, senza potere militare o politico, riuscì a persuadere il terribile tiranno a risparmiare Roma grazie alla propria convinzione della fede.
Nella lotta dello spirito contro il potere, lo spirito si dimostrò più forte.
 
Gregorio I non ottenne un successo altrettanto spettacolare, ma riuscì comunque a salvare più volte Roma dai Longobardi – anche lui, contrapponendo lo spirito al potere, riportò la vittoria dello spirito.
Quando confrontiamo la storia di entrambi con quella di Giovanni Paolo II, la somiglianza è innegabile.
Anche Giovanni Paolo II non aveva né forza militare né potere politico.
Nel febbraio 1945, quando si parlava della futura forma dell’Europa e della Germania, qualcuno fece notare che bisognava tener conto anche dell’opinione del Papa.
Stalin chiese allora: “Quante divisioni ha il Papa?” Naturalmente non ne aveva.
Ma il potere della fede si rivelò una forza che, alla fine del 1989, sconvolse il sistema di potere sovietico e permise un nuovo inizio. 

Non c’è dubbio che la fede del Papa sia stata un elemento importante per infrangere questo potere.
E anche qui possiamo certamente vedere la grandezza che si manifestò nel caso di Leone I e
Gregorio I.
La questione se in questo caso l’appellativo “magno” sarà accettato o meno deve essere lasciata aperta.
È vero che in Giovanni Paolo II la potenza e la bontà di Dio è diventata visibile a tutti noi.

In un momento in cui la Chiesa soffre di nuovo per l’assalto del male, egli è per noi un segno di speranza e di conforto.


Caro San Giovanni Paolo II, prega per noi!
Benedetto XVI

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