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lunedì 8 gennaio 2024

13 DICEMBRE 1981- 13 DICEMBRE 2013 : DUE DATE MOLTO TRISTI PER LA POLONIA

13 Dicembre 1981 il generale Jaruzelski instituisce la legge marziale.

Ricordo che il papa polacco Giovanni Paolo II su Telepace dalla finestra del suo appartamento la sera del 24 Dicembre accese una candela come segno di vicinanza con la sua patria in un momento storico molto difficile.

Lo stesso gesto lo fece Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti d'America.

Per me che sono veneto il 13 Dicembre e' un giorno speciale in quanto e' Santa Lucia, secondo la traduzione veneziana, che porta regali ai bambini.

13 Dicembre 2023 ha giurato il governo Tusk III, la Coalizione del 13 Dicembre, che grazie alla maggioranza di seggi alla Camera ha impedito al partito vincitore delle elezioni del 15 Ottobre di formare un governo.

La Coalizione del 13 Dicembre e' composta di 3 coalizioni che si sono presentate separate alle elezioni parlamentari, e queste tre coalizioni sono composte in totale da una decina di partiti.

Il nuovo Ministro della Giustizia e Procuratore Generale e' Adam Bodnar, eletto senatore.

Per 8 anni (dal 2015 al 2023) l'opposizione di sinistra e liberale era contraria che una sola persona ricoprisse le cariche di Ministro della Giustizia e Procuratore Generale, chiedeva continuamente la separazione di queste due cariche, fino al 13 Dicembre..

Con il governo Tusk questa separazione non c'e' stata. COERENZA ZERO.

ll 20 Dicembre 2023 con un atto illegittimo la Coalizione del 13 Dicembre si e' presa la televisione pubblica, e come 42 anni fa in Polonia non c'e' stato il telegiornale.

La Coalizione del 13 Dicembre con una resoluzione parlamentare ha dato il ''potere'' al Ministro della Cultura di nominare i nuovi vertici della televisione pubblica, non rispettando l'iter legislativo che prescrive che sia introdotta una normale Legge (Sejm, Senat e firma del Presidente della Repubblica). Siccome la #Koalicja13Grudnia ha paura del veto presidenziale ha ben pensato di agire illegalmente.

La Coalizione del 13 Dicembre che continuamente si lamenteva per il non rispetto della Costituzione (secondo loro) da PIS nelle precedenti due legislature, ha violato in modo inequivocabile la Costituzione polacca.  

Silenzio assordante ovviamente da parte dell'Unione Europeo, del Parlamento Europeo, della Commissione Europea della presidente Von Der Pfizer, dei media di lingua polacca (a capitale straniero e capitale polacco filo Tusk) 

Solamente Tv Republika, la televisione TRWAM, radio Maryja, radio Wnet parlano della situazione pericolosa verso la quale sta andando la Polonia, sempre piu' vicina alla dittatura.

Il prossimo Giovedi 11 Gennaio ci sara' una grande manifestazione a Varsavia contro la dittatura di Tusk. 

AGGIORNAMENTO DEL 15-01-24

Alla manifestazione hanno partecipato secondo gli organizzatori 300 mila persone, mentre secondo il comune di Varsavia circa 35 mila persone.

Secondo Onet (che fa parte del gruppo tedesco Ringier Axel Springer)  90-120 mila persone.

La manifestazione era stata indetta per Giovedi 11 Gennaio in quanto era giorno nel quale il Sejm doveva riunirsi per votare l'approvazione della Legge di Bilancio (il presidente Duda aveva posto il veto sul finanziamento della pseudo televisione pubblica illegale TvPO) che deve essere approvata entro fine Gennaio, altrimenti il Presidente della Repubblica dovra' sciogliere le camere e proclamare nuove elezioni parlamentari.

 


 


 

 

 

giovedì 25 novembre 2021

BILANCIO FINANZIARIO DELLA PRESENZA DELLA POLONIA NELL' UE (-535 MILIARDI DI ZLOTY)

20 Settembre 2021 l'eurodeputato di PIS (Solidarna Polska) Patryk Jaki ha presentato un studio di due professori universitari riguardo il bilancio della presenza della Polonia nell'Unione Europea (UE)

Il periodo di tempo preso come riferimento dello studio e' dal 2004 (anno di ingresso della Polonia nell'UE) al 2020.

1 -La Polonia ha ricevuto un netto di trasferimenti dal bilancio europeo di +593 miliardi di zloty di fondi strutturali europei.

2- Il bilancio tra i trasferimenti degli utili delle aziende europee in Polonia verso altri stati dell'UE e i trasferimenti delle aziende polacche in UE verso la Polonia e' negativo per la Polonia per -981 miliardi di zloty.

3- La differenza tra le prime due voci per cui e' -388 miliardi di zloty 

4- Il saldo tra esportazioni polacche verso UE, ed importazioni polacche da UE e' anche in questo caso negativo per la Polonia per -147 miliardi di zloty.

5- Per cui il saldo totale per la Polonia dal 2004 al 2020 e' negativo per la Polonia per -535 miliardi di zloty.

 







giovedì 21 ottobre 2021

DISCORSO DEL PREMIER POLACCO MORAWIECKI AL PE IN DIFESA DEL TRATTATO DI LISBONA E DELL'UE DEGLI STATI SOVRANI CONTRO GLI STATI UNITI D'EUROPA

 


 

Signor Presidente,

Signora Presidente,

Onorevoli deputati,

Oggi mi faccio avanti a voi qua, nel Parlamento, per espandere sulla nostra posizione in certe materie di base che ritengo fondamentali per il futuro dell’Unione europea. Non solo quello di Polonia, ma proprio per il futuro della nostra intera Unione.

Primum, parlerò delle crisi davanti a cui si trova oggi L’Europa, e le quali dovremmo affrontare.

Secundum, parlerò degli standard e delle regole – che dovrebbero sempre essere uguali per tutti – e del fatto che troppo spesso non è il caso.

Tertium, presenterò un parere sulle regole secondo cui nessun organo delle autorità pubbliche dovrebbe intraprendere delle azioni per cui manchino delle basi legali.

Il quarto punto del mio discorso riguarderà la sentenza del Tribunale costituzionale polacco – e quello che questa sentenza ed altre sentenze simili comportano per l’Unione europea. E anche quanto importante è la diversità ed il rispetto reciproco.

E poi, nel quinto punto presenterò la nostra veduta sul pluralismo costituzionale.

Poi indicherò i gravi rischi per tutta la società che sorgono dall’applicazione della Corte di giustizia dell’Unione europea che si verificano già in Polonia.

Finalmente, riassumerò tutte le conclusioni e guarderò con della il futuro, penso, con della speranza.

Partirò dalla questione fondamentale – dalle sfide decisive per il nostro futuro condiviso. Onorevoli colleghi, le disuguaglianze sociali, l’inflazione ed i crescenti costi della vita che colpiscono tutti i cittadini europei, le minacce esterne, l’aumento del debito pubblico, l’imigrazione irregolare e la crisi energetica che ingrandisce le sfide della politica climatica contribuiscono alle tensioni sociali ed allungano l’elenco dei gravi problemi.

La crisi del debito sovrano ci ha, per la prima volta dopo la guerra, posto la domanda se siamo in grado di assicurare una vita migliore alle generazioni successive.

Intorno alle nostre frontiere è presente sempre più tensione. Nel Sud, la pressione di milioni di persone ha reso il bacino del Mediterraneo un luogo tragico. All’Est, stiamo affrontando un’aggressiva politica russa, che arriva persino a fare guerra per bloccare la scelta della via europea tra i paesi nella nostra vicinanza.

Oggi ci troviamo di fronte ad un’enorme crisi associata al gas ed all’energia. Il rapido aumento dei prezzi – causato, tra l’altro, da azioni intenzionali di aziende russe – già oggi pone molte aziende in Europa davanti alla scelta tra riduzioni di produzione e il trasferimento di costi ai consumatori. La scala di questa crisi può già nelle prossime settimane sconvolgere tutta l’Europa. Possono andare in bancarotta tante imprese, e milioni di case, decine di milioni di persone, possono trovarsi in povertà e scarsità a cause della crisi associata al gas e l’aumento incontrollato dei costi in tutta l’Europa. Dobbiamo anche tenere presente il rischio dell’effetto domino – una crisi può causare in cascata degli altri crolli.

Ogni volta dico “noi” – perché non è possibile risolvere alcun di questi problemi da soli. Non tutti di essi hanno avuto un impatto sul mio paese in modo tanto drammatico quanto sulle altri paesi dell’Unione europea. Ciò non cambia il fatto che li ritengo tutti problemi “nostri”.

Ora dirò qualche parola sul contributo di Polonia al nostro progetto condiviso.

L’integrazione europea è per noi una scelta strategica e civilizzatrice.Siamo qua, qua è il nostro posto, e non stiamo andando da nessuna parte. Vogliamo rendere l’Europa di nuovo forte, ambiziosa e coraggiosa. Per questo non guardiamo solo i profitti a breve termine, ma anche quello che all’Europa possiamo dare. 

La Polonia profitta dell’integrazione, soprattutto dello scambio commerciale nel mercato comune europeo. Sono anche molto importanti i trasferimenti di tecnologie ed i trasferimenti diretti. Ma la Polonia non è entrata nell’Unione europea a mani vuote. Il processo d’integrazione economica con l’Unione ha espanso le capacità operative di aziende del mio paese, ma ha anche aperto delle possibilità enormi ad aziende tedesche, francesi o olandesi. Gli imprenditori di questi paesi profittano moltissimo dell’espansione dell’Unione.

Basta contare l’enorme deflusso di dividendi, profitti sugli interessi ed altri strumenti finanziari dei paesi dell’Europa centrale, quelli meno affluenti – all’Europa dell’Ovest, ai paesi più ricchi. Ci auguriamo, però, che in questa collaborazione non vi siano dei perdenti, ma soltanto dei vincitori. 

È stata la Polonia ad essere la promotrice dell’ambizioso Fondo europeo per la ripresa, per rendere la reazione di oggi alle sfide della trasformazione climatica, energetica e post pandemica una reazione adeguata alle esigenze. Perché la crescita economica sia forte e dia della speranza dell’Europa, non lasciando soli ed indifesi contro la globalizzazione milioni di bambini, donne e uomini. In queste materie noi ed il Parlamento europeo parlavamo con una sola voce. 

La Polonia sostiene fortemente il Mercato unico europeo. Vogliamo l’autonomia strategica per rafforzare i 27 paesi.  

Pertanto la Polonia o la Germania, la Cechia e gli altri paesi dell’Europa centrale promuovono delle soluzioni per aumentare la competitività dell’economia europea nello spirito di tutela delle quattro libertà fondamentali. La libertà di circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone. Senza sostenere le attività di rifugi fiscali – qualcosa che, purtroppo, alcuni paesi dell’Europa dell’Ovest fanno ancora, depredando in questo modo i loro vicini. Sì, onorevoli colleghi – i rifugi fiscali tollerati nell’Unione europea sono la sequestrazione del denaro dai più ricchi. È una cosa giusta? È qualcosa che ci aiuta a migliorare la vita della classe media o i meno facoltosi? È qualcosa che appartiene al catalogo dei valori europei? Ho dei forti dubbi.

La Polonia e l’intera Europa centrale sono a favore di un’ambiziosa politica di espansione che rafforzi l’Europa nell’area dei Balcani occidentali. Che completi geograficamente, storicamente e strategicamente l’integrazione europea. Vogliamo delle aspirazioni globali dell’Unione ed una forte politica di difesa europea – in una struttura coerente a quella di NATO!

Oggi, quando la frontiera orientale dell’Unione è soggetta ad un attacco organizzato che sfrutta in modo cinico le migrazioni dal Medio Oriente per la destabilizzazione, è la Polonia che dà all’Europa la sicurezza, costituendo insieme alla Lituania ed alla Lettonia siamo una barriera che la protegge. E, rafforzando il nostro potenziale nel campo di difesa, rafforziamo la sicurezza dell’Unione europea nel senso più tradizionale.

Oggi, parlando a Voi, voglio ringraziare le forze polacche, lituane, lettone, e tutti i paesi del Sud dell’Europa, la nostra Guardia di frontiera e le nostre forze dell’ordine. Grazie dei vostri sforzi e del vostro professionismo nella protezione delle frontiere dell’Unione!

La sicurezza ha tante dimensioni. Oggi che l’aumento dei prezzi di gas è sentito da tutti, si vede chiaramente quali possano essere i risultati di miopia nella materia di sicurezza energetica. Già oggi la politica di Gazprom ed il consenso per Nord Stream 2 si traducono a prezzi record di gas.

Quando invece oggi negli Stati fondatori delle Comunità il livello di fiducia nell’Unione è caduto a livelli storicamente bassi, come il 36% nella Francia, in Polonia la fiducia nell’Europa rimane al livello più alto. Oltre l’85% dei cittadini polacchi dice chiaramente: La Polonia è e rimarrà un membro dell’Unione. In Polonia, sia il mio governo che la maggioranza parlamentare che lo sostiene sono parte di quella maggioranza. 

Ciò non vuol dire che oggi i polacchi non abbiano dei dubbi o preoccupi per la direzione dei cambiamenti nell’Europa. Questa inquietudine è visibile e, purtroppo, giustificata.

Ho parlato di quanto la Polonia ha contribuito all’Unione europea. Ma purtroppo! si continua a sentire della divisione tra i migliori e quelli peggiori. È troppo spesso che ci troviamo in un’Europa di doppi standard. E ora dirò perché dobbiamo smetterla con questo modello.

Oggi tutti gli europei sperano che noi facciamo una sola cosa.Vogliono che noi affrontiamo le sfide create da crisi molteplici allo stesso tempo, non affrontando invece l’uno l’altro, cercando per forza dei colpevoli – o, si dovrebbe dire, quelli che colpevoli non sono, ma sono un bersaglio facile a cui dare la colpa.

Purtroppo, vedendo alcune pratiche nelle istituzioni dell’Unione, molti cittadini del nostro continente oggi si interrogano: questi giudizi e decisioni estremamente diversi di Bruxelles e del Lussemburgo nei confronti degli Stati membri, anche se assunti in circostanze simili, rafforzano de facto la divisione tra i paesi della forte, vecchia e nuova Unione, tra i forti ed i deboli, tra i ricchi ed i meno facoltosi – questa è davvero uguaglianza?

Il far finta che i problemi non esistano porta a dei risultati molto cattivi. I cittadini non sono né ciechi ne sordi. Se i politici ed ufficiali compiacenti non lo notano, perderanno pian piano la loro fiducia. E, insieme a loro la fiducia dei cittadini perderanno le istituzioni. Questo sta già succedendo, onorevoli colleghi.

La politica si dovrebbe basare su principi. Il principio primario che seguiamo in Polonia e che è alla base dell’Unione europea è quello di democrazia.

Pertanto non possiamo tacere quando il nostro paese – anche in questa sala – viene attaccato in modo ingiusto e parziale.

Le regole del gioco devono essere uguali per tutti. Le regole sono tali quali le abbiamo stabilite nei trattati. È un obbligo di tutti osservarli – anche delle istituzioni da questi trattati create. Questo è lo Stato di diritto.

È inaccettabile agire ed espandere le competenze tramite il metodo di fatti compiuti. È inaccettabile imporre le proprie decisioni sugli altri senza una base legale. Ed è ancora più inaccettabile di impiegare a questo scopo la lingua di ricatto finanziario, di punizioni e di parole ancora più radicali nei confronti di alcuni Stati membri.

Rigetto la lingua di minacce ed estorsioni. Non dò il mio consenso che i politici ricattino e minaccino la Polonia. Che il ricatto divenga un metodo del fare la politica nei confronti di Stati membri. Non è il modo in cui agiscono le democrazie.

Siamo un paese orgoglioso. La Polonia è una delle nazioni con le più lunghe storie di essere uno Stato è dello sviluppo della democrazia. Nel ventesimo secolo, tre volte, con enormi sacrifici, abbiamo lottato per la libertà dell’Europa e del mondo. Nel 1920, salvando Berlino e Parigi dall’assalto bolscevico, poi nel 1939, andando come i primi alla lotta mortale con i tedeschi, con il Terzo Reich, il che ha avuto un impatto sui risultati della guerra – e poi, nel 1980, quando la “Solidarietà” ci ha dato della speranza per sconfiggere un altro totalitarismo, il crudele sistema comunista. La ricostruzione dell’Europa nel dopoguerra è stata possibile grazie al sacrificio di molte nazioni, ma non tutte ne potevano approfittare.

Onorevoli colleghi. Ora qualche parola sullo Stato di diritto. Sullo Stato di diritto ci si può dire molto, ed ognuno intenderà questa nozione in modo ad un certo grado diverso. Ma penso che la maggioranza di noi sia d’accordo che non ci si può parlare dello Stato di diritto senza certe condizioni. Senza il principio della separazione dei poteri, senza tribunali indipendenti, senza il rispetto per il principio che ogni autorità abbia un ambito limitato di competenze, o senza il rispetto per la gerarchia delle fonti di diritto.

Il diritto dell’Unione europea precede quello degli Stati – fino al livello delle leggi e nelle aree delle competenze concesse all’Unione. Questo principio vale per tutti i paesi dell’Unione. Ma l’atto normativo fondamentale rimane la Costituzione.

Se le istituzioni create dai Trattati superano le loro competenze, gli Stati membri devono avere degli strumenti per reagire.

L’Unione è un grande successo degli Stati europei. È una robusta alleanza economica, politica e sociale. È la più potente e sviluppata organizzazione internazionale nella storia. Ma l’Unione europea non è uno Stato. Gli Stati sono i 27 Stati membri dell’Unione europea. Sono gli Stati che rimangono il sovrano europeo – sono i “signori dei trattati” – e sono gli Stati che determinano l’ambito delle competenze affidate, attribuite all’Unione europea.

Nei trattati abbiamo affidato all’Unione un ambito di competenze molto ampio. Ma quest’ambito non comprende tutto. Molti rami del diritto rimangono la competenza degli Stati nazionali.

Non abbiamo dei dubbi per quanto riguarda la precedenza del diritto europeo rispetto alle leggi nazionali in tutte queste aree dove gli Stati membri hanno attribuito le competenze all’Unione.

Però, similmente alle Corti di molti altri paesi, il Tribunale costituzionale polacco pone la domanda se il monopolio della Corte di giustizia sulla determinazione delle confini reali di queste competenze sia una soluzione giusta. Se la determinazione di quest’ambito entra nella sfera costituzionale, è anche necessario emettere un giudizio per quanto riguarda la conformità di tali nuove competenze, specialmente quando la Corte di giustizia continua a trarre dai trattati delle eventuali competenze sempre più nuove per le istituzioni dell’Unione. 

Altrimenti non avrebbe senso inserire nel trattato sull’Unione l’articolo 4 che dichiara il rispetto dell’Unione per le strutture politiche e costituzionali degli Stati membri. Non avrebbe senso inserirvi l’articolo 5, dichiarante che l’Unione può agire solo nei limiti delle competenze ad essa affidate e concesse. Se nessuno tranne la Corte di giustizia potesse esprimere dei pareri in questa materia dalla parte delle condizioni costituzionali dell’ordine statale, questi articoli sarebbero entrambi privi di significato, sì, privi di significato!

Sono consapevole del fatto che la recente sentenza del Tribunale costituzionale polacco è divenuta un oggetto di fraintendimento essenziale. Non sono sorpreso che sia il caso – se fossi io a sentire che un Tribunale costituzionale di un altro paese abbia annullato i trattati dell’Unione, probabilmente sarei sorpreso pure io. Ma proverei soprattutto a vedere quello che il Tribunale abbia dichiarato davvero.

E anche oggi, per questo scopo, ho chiesto la voce nel dibattito di oggi. Per presentarVi quello che è davvero l’oggetto della disputa. Quindi non delle favole politicamente motivate di un “polexit” o delle menzogne sulle presunte infrazioni sullo Stato di diritto.

Per questo nella parte successiva del mio discorso vi voglio presentare i fatti. E, per fare questo, il modo migliore sarà riferirsi direttamente ai contenuti delle sentenze. Ora presenterò alcune citazioni:

  • Nell’ordinamento giuridico [dello Stato] la precedenza del diritto dell’Unione non si applica alle disposizioni della Costituzione – è la Costituzione che sta alla vertice del sistema legale interno.
  • Il principio di precedenza del diritto della comunità (...) non può invalidare nell’ordine giuridico dello Stato il potere supremo della Costituzione.
  • La Corte costituzionale può esaminare la premessa ultra vires (...) i.e. stabilire se le azioni delle istituzioni dell’Unione infrangano sul principio di attribuzione [delle competenze] qualora le istituzioni, corpi, organi ed agende dell’Unione europea abbiano superato l’ambito delle loro competenze in modo da infrangere su questo principio.

Come risultato di tale decisione, gli atti ultra vires non si applicano sul territorio di uno Stato membro.

  • La costituzione divieta il trasferimento di competenze in un ambito che comporti che uno Stato non si possa considerare uno Stato sovrano e democratico.

Alcune altre citazioni salterò, per non toglier Vi troppo tempo. Passerò ancora alle due ultime.

  • La Costituzione è la legge fondamentale della Polonia rispetto a tutti gli accordi internazionali che la vincolano, ivi compresi gli accordi sul trasferimento di competenze in certe materie. La costituzione ha la precedenza di vigore e di applicazione sul territorio di Polonia.

E la citazione finale:

  • Il trasferimento di competenze all’Unione europea non può infrangere sul principio di precedenza della Costituzione o violare alcune disposizioni della stessa.

Vedo passare sui vostri volti agitazione, signori. Capisco che qua, in questa Sala, non siate d’accordo a tal riguardo, almeno parzialmente. Ma non capisco per quale motivo. Queste citazioni riguardano le sentenze del Consiglio costituzionale francese, della Corte suprema danese, della Corte costituzionale federale tedesca. Ho saltato le citazioni [dalle sentenze] della Corte costituzionale italiana e del Tribunale supremo spagnolo.

Le citazioni dalle sentenze del Tribunale polacco riguardano le sentenze emesse nel 2005 e nel 2010. Dunque, quando la Polonia era già membro dell’Unione Europea. La dottrina che difendiamo oggi è ben consolidata da anni.

Vale la pena citare anche il professore Marek Safjan, ex presidente della Corte costituzionale polacca, e oggi giudice della Corte di giustizia, - “In base alla Costituzione in vigore non esiste alcun elemento a sostegno della tesi del primato del diritto comunitario rispetto all’ordinamento nazionale nel suo complesso comprese le norme costituzionali. Non esiste alcun elemento a sostegno! Conformemente al testo della Costituzione stessa è la legge suprema della Repubblica di Polonia (articolo 8 paragrafo 1). Il suddetto regolamento contenuto nel paragrafo 2, articolo 91 comporta expressis verbis la priorità della disposizione comunitaria in caso di conflitto con una norma legislativa, ma non con una norma costituzionale”.

Tale posizione dei tribunali nazionali costituzionali non è una novità. Potrei citare altre decine di sentenze dall’Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Romania, Lituania o da altri stati.

Sento anche voci che alcune di queste sentenze riguardavano altri casi di minore rilevanza. È la verità - ogni sentenza riguarda sempre un’altra cosa. Eppure - per l’amor di Dio! - hanno una cosa in comune: confermano che i tribunali nazionali riconoscono il loro diritto al controllo. Il diritto al controllo! Niente di più, niente di meno! Al controllo se il diritto dell’Unione sia applicato nei limiti dei poteri ad essa conferiti.

Adesso dedico alcune riflessioni all’Unione come ambito di pluralismo costituzionale.

Oh Camera Alta (Consiglio d’Europa)! Ci sono paesi tra noi dove non esistono corti costituzionali - e quelli dove esse esistono. Ci sono paesi dove la presenza dell’Unione Europea è sancita dalla costituzione - e quelli dove non esiste. Ci sono paesi dove i giudici vengono eletti dai politici democraticamente eletti - e quelli dove li eleggono degli altri giudici.

Il pluralismo costituzionale significa che esiste tra di noi, tra i nostri ordinamenti giuridici, uno spazio per dialogo. Tale dialogo avviene anche tramite decisioni dei giudici. In quale altro modo possono comunicare i tribunali, sennò attraverso le loro sentenze? Non può essere invece consentito impartire istruzioni e ordini agli stati. Non su questo si basa l’Unione Europea.

Abbiamo molte cose in comune, e vogliamo avere sempre di più in comune, però esistono delle differenze tra di noi. Se vogliamo collaborare, dobbiamo accogliere l’esistenza di queste differenze, le dobbiamo accettare, le dobbiamo rispettare.

L’Unione non crollerà a causa dei nostri ordinamenti giuridici diversi. Funzioniamo in questo modo da sette decadi. Magari un giorno, nel futuro, apporteremo delle modifiche che ci permetteranno di avvicinare ancora di più la nostra legislazione. Ma perché ciò possa avvenire, è necessaria una decisione degli stati membri sovrani. 

Oggi possiamo adottare due atteggiamenti - o consentire a tutti illegali tentativi al di fuori del quadro dei trattati di limitare la sovranità dei paesi europei, compresa la Polonia, a un’estensione strisciante delle competenze delle istituzioni, come la Corte di giustizia, a una “rivoluzione silenziosa” che sta avvenendo non in base a decisioni democratiche ma mediante decisioni giudiziarie - oppure dire: “No, miei cari!” - se volete creare d’Europa un super stato senza nazioni, prima, però, dovete ottenere l’approvazione di tutti i paesi e le società d’Europa.

Ripeto un’altra volta: la Costituzione è la legge suprema della Repubblica di Polonia. Essa supera altre fonti di legge. Nessun tribunale polacco, né il parlamento polacco né il governo polacco, può abbandonare tale principio.

In ogni caso, occorre sottolineare anche che la Corte polacca non ha mai, nemmeno nell’ultima sentenza, affermato che le disposizioni del Trattato sull’Unione siano complessivamente incompatibili con la Costituzione polacca. Al contrario! La Polonia rispetta pienamente i trattati.

Ecco perché la Corte polacca ha dichiarato l’incostituzionalità di un’interpretazione molto specifica di alcune disposizioni del Trattato, a seguito di una recente giurisprudenza della Corte di giustizia.

Al fine di spiegare ciò passerò alla seconda parte del mio intervento, alle minacce a tutto il sistema sociale, nel caso in cui lo status di un giudice venga messo in discussione da un altro giudice.

Allora, secondo l’interpretazione della Corte di Lussemburgo, i giudici dei tribunali polacchi sarebbero tenuti ad applicare il principio del primato del diritto europeo non solo sulle disposizioni nazionali di rango legislativo - il che non solleva alcun dubbio - ma anche a violare la Costituzione e le sentenze della propria Corte costituzionale!

L’adozione di tale interpretazione può portare pertanto al riconoscimento che milioni di sentenze emesse negli ultimi anni dai tribunali polacchi possano essere arbitrariamente impugnate e migliaia di giudici possano essere destituiti dalle loro funzioni. Milioni di sentenze! Questa situazione sarebbe contraria al principio di indipendenza, inamovibilità nonché di stabilità edi certezza del diritto per via giurisprudenziale, il che è sancito dalla Costituzione polacca. Non vi rendete conto, signori, cosa possano comportare tali decisioni? Qualcuno di voi davvero vuole introdurre in Polonia l’anarchia, la confusione e l’illegalità?

Di conseguenza, si verificherebbe un calo sostanzioso dello standard costituzionale della tutela giurisdizionale dei cittadini polacchi nonché il caos giuridico inimmaginabile.

Nessuno stato sovrano può accettare una simile interpretazione. Un tale consenso significherebbe che l’Unione ha smesso di essere un’unione di paesi liberi, uguali e sovrani; e che essa stessa, tramite il metodo del fatto compiuto, e si trasformerebbe in un organismo parastatale gestito a livello centrale, le cui istituzioni potrebbero imporre alle loro “province” ciò che ritengono corretto. Per questo non c’è mai stato il consenso.

Non è questo che abbiamo concordato nei Trattati.

Vale senz’altro la pena discutere se l’Unione debba cambiare. Se non dovrebbe essere creato un budget più grande? Se non dovremmo spendere di più per la sicurezza comune? Se la spesa per la difesa non dovrebbe essere esclusa dalle procedure per disavanzi pubblici eccessivi? La Polonia sta proponendo proprio questo! Se non dovremmo rafforzare la nostra resilienza alle minacce ibride,agli attacchi informatici? Non dovremmo controllare meglio gli investimenti nei settori strategici dell’economia? Come finanziare in modo equo ed efficace la trasformazione energetica e climatica? Come rendere il nostro processo decisionale più efficace? Cosa fare per evitare che i nostri cittadini si sentano sempre più alienati nell’Unione?

Pongo queste domande, perché ritengo che le risposte saranno decisive per il futuro dell’Unione.

Dovremmo discutere di tutto questo.

Perché il sovrano in questo caso può essere solo il demos (il popolo).

Adesso dedicherò alcune riflessioni sulla questione dei limiti delle competenze dell’Unione e delle sue istituzioni.

Le decisioni importanti non dovrebbero essere prese modificando l’interpretazione della legge.

Il successo dell’integrazione europea era dovuto al fatto che il diritto era derivato dai meccanismi che collegavano i nostri paesi in altri settori.

Il tentativo di invertire questo modello di 180 gradi e di imporre l’integrazione mediante i meccanismi giuridici - è un allontanamento dai presupposti che sono stati le fonti del successo delle Comunità europee.

Si parla da anni del fenomeno del deficit democratico. E questo deficit sta peggiorando. Ciononostante, non è mai stato così visibile come negli ultimi anni. Sempre più spesso è tramite l’attivismo dei giudici che le decisioni vengono prese a porte chiuse e compare una minaccia per gli Stati membri. Sempre più spesso queste decisioni vengono prese da funzionari o giudici. Sempre più spesso -  eseguite da una persona sola. Sempre più spesso, senza un fondamento evidente nei trattati, ma tramite la loro interpretazione creativa. E questo senza alcun controllo effettivo. E questo fenomeno è in crescita da anni.

Questo processo oggi è arrivato a un punto tale che bisogna dire: basta. Le competenze dell’Unione Europea hanno dei limiti. Non dobbiamo rimanere in silenzio quando vengono oltrepassati.

Per questo motivo diciamo SÌ all’universalismo europeo, e NO al centralismo europeo.

Io, come tutti voi signori in quest'aula, sono sottoposto ad un controllo democratico. Tutti saremo giudicati in questo modo, e di tutte le nostre azioni. Rappresento il governo che è stato eletto nel 2015 e per la prima volta nella storia della Polonia ha ottenuto una maggioranza indipendente. Per questo ha intrapreso un ambizioso programma di riforme sociali.

E i polacchi hanno deciso; alle elezioni successive del 2018, 2019, 2020 hanno fatto una valutazione democratica del nostro governo. Con la più grande affluenza alle urne nella storia, abbiamo ottenuto il più forte mandato democratico della storia. In trent'anni nessun partito, nessun partito! aveva ottenuto un risultato elettorale così rilevante come il partito “Diritto e Giustizia” (Prawo i Sprawiedliwość). Ciononostante, non avendo nessun sostegno dall’estero, né dal grande business, non avendo un quarto di questa influenza sui media come i nostri concorrenti, che avevano sistemato la Polonia dopo il 89.

Stanno arrivando a noi ammonimenti paternalistici sulla democrazia, sullo stato di diritto, su come plasmare la nostra Patria, che facciamo le scelte sbagliate, che siamo immaturi, che dovremmo essere puniti, perché la nostra democrazia è a quanto pare “giovane” - questa è una direzione disastrosa della narrazione proposta da alcuni.

La Polonia ha una lunga storia democratica. Anche una tradizione di solidarietà, infatti.

Le sanzioni, le repressioni di paesi economicamente più forti nei confronti dei paesi che ancora oggi continuano a lottare contro l’eredità di rimanere dalla parte sbagliata della cortina di ferro.

Tutti dobbiamo ricordare le sue conseguenze.

La Polonia rispetta le norme dell’Unione ma non si lascerà intimidire. La Polonia attende il dialogo su questo argomento.

Per migliorare il processo di tale dialogo, vale la pena proporre modifiche istituzionali. Per un dialogo durevole, in modo conforme al principio di checks and balances, si può istituire una seconda camera della Corte di giustizia, che sarà composta dai giudici nominati da tribunali costituzionali degli stati membri. Oggi vi presento, signori, questa proposta. La decisione ultima spetta al demos e ai paesi, ma i tribunali dovrebbero avere una tale piattaforma per cercare un denominatore comune.

Concludendo, oh Camera Alta (Consiglio d’Europa)!, dobbiamo rispondere anche ad una domanda, da dove proveniva la superiorità dell’Europa nei secoli. Quale era il motivo per cui la civiltà europea era così forte.

La storia risponde a questa domanda così: siamo diventati potenti, perché eravamo il più vario continente del mondo. Niall Ferguson scrive così: “I monolitici imperi d’Oriente hanno soppresso l’innovazione, mentre nella regione montuosa e percorsa dai fiumi dell’Eurasia occidentale le numerose monarchie e le città-stato comunicavano costantemente tra di loro”.

Dunque, l'Europa ha vinto mantenendo l’equilibrio tra la competizione creativa e la comunicazione. Tra la concorrenza e la collaborazione. Oggi di nuovo abbiamo bisogno di entrambi.

Oh Camera Alta (Consiglio d’Europa)! Voglio un Europa forte e grande. Una che lotta per la giustizia, la solidarietà, le pari opportunità. L’Europa capace di opporsi ai regimi autoritari. L’Europa che punta sulle ultime soluzioni economiche. L’Europa che rispetta la cultura e le tradizioni con cui è cresciuta. L’Europa che riconosce le sfide del futuro e lavora alle migliori soluzioni per tutto il mondo. È un grande compito per noi. Per tutti noi, cari amici. Solo in questo modo i cittadini europei troveranno in se stessi la speranza per un domani migliore. Troveranno in sé la voglia di agire e di lottare. È un compito molto difficile. Ma lo dobbiamo assumere. Assumiamolo insieme. Viva la Polonia, viva l’Unione Europea degli stati sovrani, viva l’Europa, il posto più bello del mondo!

Vi ringrazio.

 

 

Fonte: gov.pl

 

venerdì 19 marzo 2021

FIDESZ DI ORBAN E LEGA DI SALVINI IN ECR ?

FIDESZ del premier ungherere Orban e la LEGA NORD di Salvini si stanno accordando per entrare a far parte del gruppo dei Conservatori e Riformatori al Parlamento Europeo. (ECR)

FIDESZ ha lasciato da poco il PPE (partito popolare europeo- cristiano democratici) in seguito alla modifica del regolamento del partito senza l'unanimita' di tutte le forze del PPE.

Del PPE fanno parte Forza Italia di Silvio Berlusconi, la CDU di Angela Merkel, e PO di Donald Tusk, che e' anche capo del PPE al Parlamento Europeo.

Il PPE ha abbandonato le sue radici cristiane con una risoluzione al PE che rende tutto il territorio dell'UE libero per le comunita' LGBTIQ,  in risposta alla Polonia che secondo loro ha reso delle comunita' free-zone per le persone LGBT.

La fake-news elaborata da Bartosz Staszewski che andava in giro per la Polonia attaccando dei cartelli all'ingresso delle comunita' che avevano dichiarato il sostegno dell'iniziativa della carta diritti per le famiglie ideata dal Presidente Duda, e facendosi delle foto, e' arrivata al PE e alla Von Der Leyen che si sono fatti ingannare dall'attivista lgbt, che una volta interrogato dalla procuratura polacca ha dichiarato che si trattava di operazioni artistiche !





Inoltre la Presidente della Commissione Europea Urszula Von Der Leyer  (sempre del PPE) ha dichiarato che i diritti di matrimonio di coppie omossessuali sono validi in tutto il territorio dell'UE, in contrasto con la Costituzione polacca post-comunista che riconosce il matrimonio come unione di uomo e donna.

Il Parlamento Europeo e la Commissione Europea invece di occuparsi di limitare la pandemia si occupano dello stato di diritto in Polonia, la cui situazione non e' mai stata cosi buona.

Nel 2020 L'UE aveva fallito: avevano bloccato ai confini francesci e tedeschi le mascherine che dovevano andare in Italia (Lombardia) fortemente colpita del Covid-19.

Adesso non sono stati in grado di preparare un contratto che impiegasse seriamente le ditte farmaceutiche a rispettare i termini di contratto per la fornitura dei vaccini.

Attualmente ECR e' la sesta forza politica al PE, con l'ingresso di LEGA e FIDESZ  l'ECR diventerebbe la terza forza politica del PE.





martedì 1 dicembre 2020

PERCHE' POLONIA E UNGHERIA HANNO POSTO IL VETO SUL BILANCIO UE 2021-2027

 Polonia con il premier Morawiecki e Ungheria con il premier Orban hanno posto il veto al bilancio dell'UE 2021-2027.

A Luglio i presidenti dei 27 stati dell'UE dopo giorni di trattative avevano raggiunto l'accordo sul bilancio dell'UE.

Ad inizio Novembre il Parlamento Europeo con una risoluzione ha voluto legare i fondi strutturali europei al rispetto dello Stato di Diritto.

Problema e' che secondo i Trattati europei l'unico modo per sanzionare un paese che non rispetta lo stato di diritto e' l'applicazione dell' ARTICOLO 7 del Trattato di Lisbona. Polonia e Ungheria sono pronte a porre il veto in caso che venga sanzionato ingiustamente l'altro paese.

Deve esserci approvazione di tutti gli altri paesi dell'UE per poter sanzionare uno stato dell'UE: questo e' quanto e' stabilito dai Trattati.

La Presidenza Tedesca dell'UE (fino al 31.12.2020) si e' rimangiata l'accordo di Luglio e ha voluto con l'appoggio del Parlamento Europeo a maggioranza liberale-progressista cambiare le carte in tavola e applicare il rispetto dello stato di diritto (che sara' giudicato in modo arbitrario dalla Commissione Europea, organo politico sempre a maggioranza liberal-progressista) all'erogazione dei fondi europei, facendolo in modo illegale, non rispettando i trattati.

Il rischio per Ungheria e Polonia e' altissimo, ma anche per gli altri stati, compresa l'Italia.

La Commissione Europea puo' decidere che il non rispetto dello stato di diritto sono per esempio il divieto di aborto che esiste in Polonia (aborto non e' competenza europea), oppure  il divieto di matrimoni omosessuali, oppure i ''diritti'' negati alla popolazione lgbt.

La Commissione Europea e il Parlamento Europeo si sono gia' espressi contro la Polonia per l'esistenza secondo loro di comunita' libere da persone lgbt (notizia completamente falsa basta sul progetto artistico di un attivista lgbt Bartek Staszewski, intervistato tempo fa da rainews ), oppure nella risoluzione sull'aborto dicendo che la maggioranza della popolazione polacca e' favorevole all'aborto libero (quando invece secondo un sondaggio di Gazeta Wyborcza, la Repubblica polacca, solo il 20% dei polacchi sono favorevoli) altra grande menzognia da parte dell'elite europea progressista.

La Commissione Europea e il Parlamento Europeo stanno fondando le loro battaglie sulle falsita' contro i governi che la pensano in modo diverso rispetto a loro. Il loro intento e' grazie al mancato erogamento dei fondi strutturali convincere polacchi ed ungheresi a cambiare il loro voto in futuro.

Nel grafico sotto si possono vedere i paesi dell'UE che guadagneranno di piu' e di meno dall'esistenza dell'UE nel periodo 2021-2027 (fonte Commissione Europea, non Lega, non PiS !)

Come si vede Polonia e Italia sono sotto la media dei paesi UE.


 


Fondi europei ricevuti dalla Polonia,e capitali trasferiti dalla Polonia agli altri paesi dell'UE.

Come si puo' vedere il bilancio e' a favore degli altri stati dell'UE, che guadagnano dalla presenza della Polonia nell'UE.


 

Anche l'Italia rischia che venga accusata di non rispetto dello stato di diritto dall'UE a guida franco-tedesca.

 


mercoledì 27 maggio 2020

CIRCO DELL'OPPOSIZIONE SULLE ELEZIONI PRESIDENZIALI



L'avvocato di Donald Tusk, Roman Giertych (vice-premier del governo Kaczynski 2006-2007, e presidente del partito Lega Famiglie Polacche LPR) consiglia il voto per Hołownia, perche' secondo i sondaggi ha piu' possibilita' di sconfiggere Andrej Duda al II turno.

Il Presidente del Senat Grodzki aveva promesso il 20/05 che questa settimana al Senato si sarebbe discusso e votato in modo da permettere il regolare svolgersi delle elezioni il 26 Giugno.
Ieri invece Grodzki ha rinviato tutto alla settimana prossima.
E probabilmente la settimana prossima rinviera' tutto alla settimana seguente fino al 30 giorno (come aveva fatto per elezioni previste per il 10 Maggio)

Questa sera ci sara' Donald Tusk a TVN.
Ricordiamo che prima delle elezioni previste per il 10 Maggio Tusk aveva dichiarato la sua non partecipazione al voto.
Tusk aveva deciso in pratica il boicottaggio di Kidawa Błonska, che fedele a Tusk aveva confermato la sua non partecipazione al voto.
Da Bruxelles (Tusk presidente del PPE) quindi partono le decisioni riguardo la Polonia.
E' una situazioni inaccettabile.

Oggi Kaczynski, Ziobro e Gowin, i tre leader della coalizione di Destra Unita (PiS) hanno confermato la loro volonta' di andare al voto il 26 Giugno.

Intanto il candidato di KO Trzaskowski invece di pensare alla citta' dove e' sindaco gira la Polonia per fare campagna elettorale.
La sua citta' e' l'ultima nel procedere le pratiche per i prestiti alle imprese in tempo di corona virus.


Trzaskowski che nel 2016 ha scritto al PE la risoluzione per sanzionare economicamente la Polonia togliendole i fondi strutturali ai quali ha diritto.
Trzaskowski nella risoluzione ha voluto collegare la violazione dello stato di diritto con l'erogazione dei fondi strutturali.
La violazione dello stato di diritto c'e' quando non governano in un paese dell'UE i liberali o i progressisti.






lunedì 10 giugno 2019

ELEZIONI PARLAMENTO EUROPEO IN POLONIA: RISULTATI DEFINITIVI.

RISULTATI DEFINITIVI: 

PIS                            45,38  %
KE                            38,47  %
WIOSNA                   6,06  %
KONFEDERACJA    4,55  %
KUKIZ                       3,69  %
LEWICA RAZEM     1,24  %

Nella mappa sotto si puo' vedere che PIS ha vinto in quasi tutta la Polonia, anche nella parte occidentale, che di solito era feudo di PO.
La mappa e' divisa in comuni (gmina)



Gazeta Wyborcza (La Repubblica della Polonia !) aveva scritto Lunedi che PIS aveva vinto di un pelo: solo 7 punti !
I primi sondaggi di Domenica sera davano 3 punti di differenza tra i primi due.
Il sondaggio realizzato la settimana scorsa da Newsweek dava in vantaggio KE per ben 6 punti su PIS 42,5 a 36,4 %
Il risultato e' stato l'opposto di quanto indicato dal settimale filo-opposizione.
Qui il sondaggio del settimanale tedesco di lingua polacca.

Il 17/05 Newsweek dava perfino quasi 11 punti di vantaggio alla KE su PIS. 
Qui il sondaggio pubblicato il 17/05


Considerando le precedenti elezioni amministrative di solo 7 mesi fa sommando i risultati dei partiti (PO+PSL+.N+Zieloni+SLD) che compongono la coalizione europea (KE) arriviamo al 46,81 % per cui la coalizione ha perso 8 punti percentuali rispetto ad Ottobre.


PIS invece e' aumentato di 11 punti rispetto ad Ottobre (passando da 34,13 a 45,38%)

Per la coalizione europea questa non e' una sconfitta.
Contenti loro !

''Abbiamo in mente un piano per sconfiggere PIS, ma lo dobbiamo trovare''
(parole del leader della KE Schetyna)


In vista delle elezioni Parlamentari bisognera' vedere cosa decidera' di fare PSL : se restera' nella KE, e cosa fara' Wiosna: se si aggiungera' alla KE.
La somma  della KE e Wiosna e' comunque inferiore alla percentuale ricevuta da PIS.
Con l'appoggio di Wiosna alla KE c'e' il rischio che PSL esca dalla KE, comunque con Wiosna molti elettori conservatori non voteranno per la KE.
Bisognera' vedere se la KE riuscira' ad arrivare unita alle prossime elezioni o se si dividera' nei vari partiti che la compongono.
Intanto .N e Zieloni non hanno portato alcun deputato al PE.
SLD 5, PSL 3, PO 14, Wiosna 3, PIS 27.

Qui i deputati eletti al PE con il numero di preferenze.
In Polonia diversamente dall'Italia si poteva votare un solo deputato.
I nomi erano gia' indicati sulla scheda e bastava mettere una croce sul deputato scelto.
L'ex premier Beata Szydło e' stata la piu' votata in Polonia con ben 825.811 preferenze nel collegio elettorale della Piccola Polonia e Santa Croce (centro-sud, regione di Cracovia)




lunedì 27 maggio 2019

SOVRANISTI STRAVINCONO ELEZIONI EUROPEE IN POLONIA


I sovranisti polacchi vincono le Elezioni Europee in Polonia.


Diritto e Giustizia (PIS) vince le elezioni europee con il 45,61 % dei voti.

Hanno contribuito alla vittoria di PIS:
- L'attacco contro la Chiesa Cattolica fallito da parte dell'opposizione unita (comunisti, post-comunisti, liberali, verdi, popolari e piattaforma civica)
L'identita' nazionale polacca e' resistita durante la sparizione della Polonia dalle mappe europee come stato per oltre 100 anni, a seguito della spartizione della Polonia del 1795 fino al 1918, e il popolo polacco e' grato alla Chiesa cattolica per questo.
Quando viene attaccata la Chiesa Cattolica in Polonia viene attaccato per cui anche il popolo polacco che cosi si e' fortemente mobilizzato per andare a votare.
- La profanazione dell'immagine sacra della Madonna Nera di Częstochowa, e la profanazione del Santo Sacramento nella manifestazione durante il silenzio elettorale (Sabato 25 Maggio) a Danzica durante la manifestazione organizzata dalle lobby LGTB pagate da Soros, con depravati, sodomiti e con in testa alla manifestazione dell'orgogliosa sindaco di Danzica, e la candidata alle elezioni del PE Magdalena Adamowicz (moglie dell'ex-sindaco di Danzica ucciso da un pazzo durante il concerto di beneficienza della WOSP a Gennaio 2019) che cosi come l'ex-premier Tusk scappa nelle sedi europee per evitare condanne penali per dichiarazioni false sul proprio patrimonio,
grazie all'immunita' che le viene assicurata dal PE.
- La mancanza completa di un programma elettorale della Coalizione Europea che riuniva dinosauri politici, comunisti, ex- comunisti, post-comunisti, liberali, anti-clericali uniti solo nell'odio contro il partito di governo (buon governo) PIS.

Non e' servito a nulla l'intervento di Donald Tusk durante la campagna elettorale.
Donald Tusk per la sua carica di Presidente del Consiglio Europeo doveva rinamere neutrale nella politica del suo paese, invece e' intervenuto spesso direttamente con interventi anche durante la ''Marcia del Milione'' a Varsavia dove si sono riuniti solo 8.000 militanti e simpatizzanti della Coalizione Europea.
A Varsavia Donald Tusk ''Non possiamo lasciare i nostri figli e nipoti nelle loro mani''
E i polacchi hanno risposto in massa contro il fuggito a Bruxelles nel 2014.

Con lo scrutinio dle 99,31 % dei seggi, i risultati sono i seguenti:
PIS                  45,61   %   (27 seggi)
KE                   38,3 %      (22 seggi)
Wiosna             6,04  %    (3 seggi)
Konfederacja    4,55 %
Kukiz                3,7  %
Lewica Razem  1,24 %

La frequenza e' stata del 45,61 % (record di affluenza alle elezioni europee in Polonia)

La piu' votata in Polonia e' stata l'ex-premier di PIS Beata Szydło con ben 525 mila preferenze.





La Coalizione Europea si puo' consolare dalla sconfitta con la vittoria nelle carceri.
PO e gli alleati hanno ancora una volta stracciato la concorrenza nella votazione nelle prigioni polacche.
Arrivando a percentuali bulgare ( a Varsavia 74 % ha votato per la KE)



venerdì 24 maggio 2019

SONDAGGIO ELEZIONI EUROPEE IN POLONIA

Secondo il sondaggio del ''Politico-eu'' sulle elezioni del Parlamento Europee in Polonia di Domenica 26 Maggio 2019 (festa della mamma in Polonia) i risultati sono i seguenti:

PIS  (Diritto e Giustizia)                                                     38,6 %   (22 seggi)
KE  (coalizione europea)                                                    36,4%    (20 seggi)
Wiosna                                                                                  9,8 %   (6 seggi)
Kukiz '15                                                                               6,2 %   (3 seggi)
Konfederacja Korwin-Braun-Liroy-Narodowcy (Destra)    4,6 %
Lewica Razem (Sinistra-comunisti)                                      2,5 %

 Vedremo Domenica sera o Lunedi quando ci saranno i risultati definitivi....

 Qui l'ultimo spot di PIS.





Qui sotto lo spot della Confederazione di Destra.








13 DICEMBRE 1981- 13 DICEMBRE 2013 : DUE DATE MOLTO TRISTI PER LA POLONIA

13 Dicembre 1981 il generale Jaruzelski instituisce la legge marziale. Ricordo che il papa polacco Giovanni Paolo II su Telepace dalla fin...